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Arte

Gli spazi comuni e le camere dell’Elizabeth Unique Hotel si arricchiscono di contenuti artistici curati da Fabrizio Russo, titolare della storica Galleria Russo di via Alibert, a pochi passi da piazza di Spagna. Protagonisti della collezione sono alcuni artisti italiani, tra cui Enrico Benetta, che “scrive” sculture in cui le lettere ricevono un nuovo approccio narrativo, Veronica Montanino, con la sua pittura labirintica e ipnotica e Manuel Felisi, che firma macro collage in cui lo sguardo si appropria di un immaginario nordico, abitato da cieli e foreste.
L’artista Michael Gambino decora le pareti con opere evanescenti e leggiadre, che sembrano scolpire il flusso armonico della materia organica. Luca Di Luzio espone elementi del progetto Atlas Ego Imago Mundi, in cui le parti del proprio corpo vengono rappresentate attraverso un atlante di isole immaginarie. Infine, Giorgio Tentolini tessendo trame di metallo, realizza tele-sculture di volti, statue, dettagli, che attraverso la ricerca della luce vengono preparate ad una nuova esistenza.

ART GALLERY RUSSO
Via Alibert, 20
00187, Roma (RM) 
logo galleria russo

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Enrico Benetta

Diplomato nel 2001 in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, inizia il proprio percorso artistico nell’arte contemporanea. Il lavoro di Benetta è caratterizzato da un linguaggio che si muove su diversi registri stilistici, mirabilmente fusi dalla forte personalità dell’artista, traboccante di desiderio di comunicare, in cui si fondono insieme fonti culturali lontane tra di loro. Tratto distintivo delle sue opere, siano esse tele o installazioni, è il carattere di stampa per eccellenza, il Bodoni, divenuto la cifra stilistica dell’artista, base per la creazione di un’originale e casuale trama visiva. Alla prima personale Incanto nel 2007 seguono l’installazione Sit Up fuori Biennale a Venezia nel 2009 e le personali con la Galleria Russo: Levitas. Pittura nella poesia, performance e mostra presso la sede di Roma e Verba manent scripta volant presso la sede di Milano (entrambe 2010), Lettere diAmanti ancora a Milano (2011) e Lettere, Alfabeti, Grafie, a cura di Beatrice Buscaroli presso la sede della Biblioteca Angelica-Galleria Angelica, accompagnata da un’affascinante performance con musica e danza nel salone vanvitelliano. Nel 2011 ha partecipato alla 54 Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia, Padiglione Italia, 10 artisti selezionati dalla Fondazione Roma (Palazzo Venezia, Roma). Nel 2013 partecipa a Five Colours ad Art Basel alla Boutique V°73 di Miami. Nel 2015, in collaborazione con la Biennale di Venezia, realizza una nuova serie di opere per la mostra curata da Chiara Casarin presso la Venice Projects Fenice. Nel 2016 partecipa alla mostra Dall'oggi al domani. 24 ore nell'arte contemporanea a cura di A. Sbrilli e M. G. Tolomeo, presso gli spazi del MACRO - Museo d'Arte Contemporanea Roma. Vive e lavora a Montebelluna.

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Luca Di Luzio

Studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze e all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2009 vince la borsa Summer Art alla California State University Fresno negli USA. Nel 2013 partecipa a due residenze artistiche, una in Francia, presso l’organizzazione C.A.M.A.C a Marnay sul Seine, ed una a Rotterdam, in Olanda, presso la galleria Hommes. Nel 2008 la prima mostra personale Apparenza(e) alla Art in Progress a Firenze. Nel 2010 espone alla collettiva Cocktail d’arte presso lo spazio Segni Mutanti Arte Contemporanea di Roma e all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2013 viene scelto per la collettiva Maps and Flags, CK12 A.I.R. Open Studio a Rotterdam. Nel 2015 e nel 2016 continua a partecipare a mostre collettive organizzate in conosciute sedi della capitale, come la storica Biblioteca Angelica, il MACRO ed il Museo delle Mura. Nello stesso 2016 espone alla The Eugeniusz Geppert Academy of Art and Design di Wroclaw, e nel 2017 viene scelto per la collettiva From Rome, Great Far Beyond a Philadelphia (USA). A partire dalla fine del 2015 lavora al progetto Atlas Ego Imago Mundi, in cui le impronte del corpo dell’artista con il colore vengono trasformate in un immaginario atlante ed in mappe geografiche. Il tema di questo progetto è il corpo umano, la sua profonda ambiguità, il suo rivelarsi come soggetto originario della nostra esperienza nel mondo ma anche allo stesso tempo come parte del mondo stesso, essendo tramato della medesima sostanza. Nelle sue ricerche artistiche recenti Luca Di Luzio indaga la relazione profonda tra opera ed operare e nel suo processo creativo esplora l’ambiguo rapporto tra controllato ed incontrollato, tra casualità e decisione. Nel 2017 la personale dedicata al nuovo progetto Atlas Ego Imago Mundi all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Vive e lavora a Roma.

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Manuel Felisi

Studia all’Accademia delle Belle Arti di Brera. Nelle sue opere utilizza pittura, fotografia e collage per creare installazioni nelle quali traduce e racconta il tempo. Il file rouge che lega la sua produzione è un argomento che riguarda tutti noi, il nostro essere ed esserci, qui ed ora; il tempo con il suo passare cambia le cose, le preserva e le fa dimenticare. Le sue opere sono composte da strati di diversi materiali che seguono sempre uno stesso ordine scientifico, come un rituale che – dalla pittura alla stampa – non si confonde mai con la meccanicità e la ripetitività poiché sempre frutto del coinvolgimento e del sentimento che guidano il suo fare artistico. Del 2002 è la prima personale Biografie in cui l’artista coniuga pitture e sculture esposte allo Spazio Isola a Milano. Nel 2008 la personale Nato a Milano Lambrate a cura di Alberto Mattia Martini a Fabbrica Eos a Milano. Nel 2010 prepara altre due esposizioni personali: Flowers a cura di Ivan Quaroni presso Fabbrica Eos e Letteralmente alla Visionnaire Design Gallery. Nel 2013 partecipa a Menoventi a cura di Fortunato D’Amico e Maria Flora Giubilei presso la GAM di Genova Nervi e nel 2014 la prima personale alla Galleria Russo Roma Griglie a cura di Marco di Capua. Nel 2015 la personale Di - Vento alla Galleria Glauco Cavaciuti di Milano e Su - Acqua a cura di Markus Graf presso la Russo Art Gallery di Istanbul. Nel 2012 e nel 2014 Partecipa alla Biennale di Pechino Italia-Cina. Nel 1997 la prima collettiva alla Sala Napoleonica Brera di Milano. Nel 2008 prende parte a Architetture Sensibili a cura di Linda Giusti al Castello di Rivara a Torino; crea un’installazione per Miami Art Basel Event alla Laure De Mazieres nel Design District di Miami e partecipa all’evento Opening Visionnaire Design Gallery di Milano. Nel 2015 prende parte a Linee di Confine. La natura, il corpo, le città a cura di Marco di Capua al Museo Carlo Bilotti, Roma. Vive e lavora a Milano.

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Michael Gambino

Artista italo-americano, studia Scienze e Biologia e si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera nell’ambito delle Arti Visive. Le opera di Michael Gambino sono popolate di rarefatti e tridimensionali addensamenti di farfalle di carta, pazientemente ritagliate a mano ed appuntate alla tela con spilli, che definiscono i confini geografici labili e sfuggenti della sua inedita e personale cartografia del mondo, fatta di evanescenti composizioni di impalpabili miniature, accostate con una spiccata sensibilità cromatica. Nel 2012 prepara la sua prima mostra personale Metamorfosi al Castello Scaligero di Malcesine (Verona). L’anno seguente inaugura la personale Beautiful flying alla Galleria Colossi Arte Contemporanea. Nel 2013 aderisce al gruppo The Italian Wave con cui espone in Turchia, Grecia, Romania e Lituania. Nel 2013 partecipa inoltre alla rassegna ideata dall’Associazione Flangini, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Washington DC e l’Istituto Italiano di Cultura a Washington DC, dal titolo Siamo quel che mangiamo – Sostenibilità e arte/ Are we what we eat? - Sustainability and Art. Per l’occasione le sue opere sono esposte in diverse prestigiose sedi a Washington DC e a Milano. In occasione della mostra Mental Geography presso il Musée Ianchelevici a La Louvière in Belgio alcune sue installazioni vi rimangono esposte in maniera permanente. Nello stesso anno partecipa alla collettiva I Have a Dream a cura di Melissa Proietti e Raffaella A. Caruso, ospitata nelle sale di Palazzo Reale a Milano. Gambino è stato selezionato per l’uso della luminescenza nei suoi lavori, essendo questo il tema centrale dell’esposizione, dedicata a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del risparmio energetico nell’Anno Internazionale della Luce (2015). Nello stesso anno, viene invitato ad esporre presso il Museo dello Stadio di Domiziano di Roma in occasione della mostra Mafia Capitale. Roma ai tempi degli ingranaggi lubrificati. Arte Contemporanea Reattiva, a cura di Antonietta Campilongo. Vive e lavora tra Varese e Brescia.

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Veronica Montanino

Artista dedita alla pratica del camouflage e del remix, corteggia la mimicry e l'ilinx, la maschera e la vertigine, invita al capogiro, all'allucinazione, al disorientamento, a smarrire il senso univoco della strada maestra. Alto e basso spariscono, figura e sfondo giocano a rimpiattino, labirinti dove perdersi alla ricerca di un filo rosso che sempre si rivela falsa indicazione, depistaggio, trappola, vicolo cieco. Ginnastica della visione che produce miraggi e al tempo stesso nasconde, spezzando la forma, maculando, zebrando, striando, tatuando ciò che ci appare familiare ma forse non lo è. Dal 2000 espone in numerose mostre personali e collettive, esprimendo al meglio la propria attitudine ambientale nelle installazioni site-specific, realizzate in palazzi storici come quello dei Capitani ad Ascoli Piceno (2006). Nel 2010 realizza un intervento su mobili, soffitto e pareti perimetrali del Collicola caffè presso Palazzo Collicola Arti Visive, entrando a far parte della collezione permanente del Museo Carandente. Nel 2011 partecipa alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia presso il Padiglione Italia all’Arsenale. Per il MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, ha realizzato tre grandi interventi site specific. La Casa dell’Architettura – Ex Acquario Romano, la invita nel 2013 a realizzare un intervento permanente per la parete d’ingresso. Nel 2016 il MARCA, Museo delle Arti di Catanzaro le dedica una mostra personale dal titolo 'It's a wonderful world' con oltre sessanta opere tra quadri di grande formato, assemblaggi e installazioni site specific. Vive e lavora a Roma.

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Tommaso Ottieri

Studia alla Facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli e alla Robert Gordon School of Architecture di Aberdeen (UK). Nel 1996 vince al M.I.T. una Borsa di Studio Leonardo da Vinci, grazie alla quale si trasferisce nelle isole Cicladi, in Grecia, a studiare i canoni dell’arte e dell’architettura biocompatibile. Si stabilisce per due anni a Santorini dove lavora come architetto per lo studio Sintesi ed apre il proprio atelier di pittura a Oia. Nel 1998 consegue il Master per la Progettualità esecutiva della Bioarchitettura alla Facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli, dove collabora al Progetto per il Recupero e la Valorizzazione dei Percorsi Religiosi della Campania e del Sud Italia: fonte di ispirazione sono i grandi architetti ed artisti del tempo, oltre ai classici di cui cerca di seguire l’esempio. La sua ricerca si orienta verso la definizione di scenari molto saturi esteticamente e cromaticamente, per proporre una visione del paesaggio urbano e cercare un ruolo nella sua costruzione. Nel 2003 inaugura le prime due mostre personali a Napoli, and in 2006 la personale Sirene a cura di Massimo Bignardi alla Galleria Rubin di Milano e successivamente è presentata a Castel dell’Ovo a Napoli a cura di Giovanna Procaccini. Fra il 2009 e il 2014 numerose sono le personali che si sussegono in Italia e all’estero. Al 2015 data la prima personale romana La funzione del nero, a cura di Marco di Capua, presso la Galleria Russo e le personale presso la CK Gallery di San Francisco e la Mark Ransom Gallery di Londra. Nel 2011 è tra gli artisti selezionati per esporre alla 54. Biennale di Venezia. Lo stato dell’arte nel padiglione regionale della Campania, Complesso Ex Tabacchificio Centola di Pontecagnano Faiano. Dal 2006, nel corso della sua carriera, le partecipazioni a esposizioni collettive in Italia e all’estero. Le opere di Tommaso Ottieri ritraggono edifici e paesaggi urbani opulenti, moderni ed allo stesso tempo storici, dipinti nei toni del rosso, del blu e del giallo oro. Il suo lavoro cerca di raggiungere una qualità espressiva ed emotiva. Vive e lavora tra Roma e Napoli.

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Simafra

Riccardo Prosperi, in arte Simafra, vive e lavora a Firenze. Inizia a dipingere già nel 2000, lavorando per una bottega fiorentina di restauratori e contemporaneamente studiando con il professor Ottavio Troiano. A partire dal 2004 partecipa ai primi concorsi e collettive in Toscana e nel giro di pochi anni inizia ad esporre in Italia e all’estero. Tra il 2008 e il 2010, soggiorna a Parigi e successivamente in Germania, collaborando al contempo con numerose gallerie: nel 2009 lavora con la galleria Ken’s Art di Firenze, l’anno successivo con la Galerie Golkar di Bonn e con la Infantellina Contemporary di Berlino. Nel 2012 partecipa ad Art Arsenal, la biennale internazionale di Kiev e fonda a Firenze La Bottega Moderna, spazio culturale indipendente e atelier dell’artista. Il 2013 lo vede spesso impegnato a Londra. Nei due anni successivi inizia a collaborare con la galleria Virginie Barrou Planquart di Parigi, con la quale partecipa a numerose fiere in Europa e che ospita la sua prima personale parigina nel marzo del 2015. Nello stesso anno a Palazzo Panichi a Pietrasanta, il suo progetto Le Quattro Stagioni, quattro tele di dimensioni monumentali, esposte successivamente anche nel prestigioso contesto di palazzo Gianfigliazzi Bonaparte a Firenze. Dal 2016 collabora stabilmente con la Maddox Gallery di Mayfair a Londra e la Galleria Russo di Roma- Istanbul. Nello stesso hanno ha lavorato alla sua prima installazione site-specific, intitolata Autostima ed esposta all’interno della collettiva Ecosistemi presso la Fondazione Biagiotti Progetto Arte di Firenze. Le sue opere sono ospitate in prestigiose collezioni nazionali e internazionali.

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Maurizio Cannavacciuolo

Maurizio Cannavacciulo nasce a Napoli nel 1954. L’artista è attivo sulla scena internazionale sin dalla fine degli anni 70. L'artista ha partecipato a mostre di livello nazionale e internazionale. Tra le mostre personali si segnalano: 2010 Allegra Ravizza Art Project, Milano; 2009 Sprovieri Progetti, London; 2006 Spazio Millesimato, Montalcino (Siena), Pescali & Sprovieri Gallery, London; 2005 Baltic Centre for Contemporary Art, Gateshead; 2004 Suzy Shammah, Milano; Isabella Stewart Gardner Museum, Boston; 2003 Edicola Notte, Roma; Museo de Arte Contemporaneo, Santiago de Chile; 2002 Museu da Repubblica-Galeria Catete, Rio de Janeiro; 2001 Franco Noero, Torino; Francesca Kaufmann, Milano; 2000 Cardi, Milano. Maurizio Cannavacciuolo vive e lavora a Roma.

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Ilir Zefi

Nato a Mirdite (Albania), si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Tirana dove inizia ad esporre in diverse collettive sin dalla fine degli anni ’80 (1988, 1989, 1990) e dove realizza la sua prima personale nel 1991. Trasferitosi in a Roma all’inizio degli anni ’90 inizia ad esporre in diverse collettive, quindi la prima personale nel 1998 presso l’Associazione Culturale Opera di Roma. Nel 2000 Marco Tonelli ne cura la personale presso la Galleria Lombardi a Roma ed espone alla Space Art Gallery di Tucson (Arizona, U.S.A.); seguono quindi le personali a Amsterdam nel 2003 e Milano nel 2006, Galleria Rubin. Nel 2008 ancora Marco Tonelli presenta la mostra Crash! alla Galleria Russo di Roma, seguita l’anno successivo da Jazz Painting, a cura di Marco Di Capua, alla Galleria Russo::Asso di Quadri di Milano. Nel 2011, organizzata nuovamente dalla Galleria Russo, realizza la performance con musica e pittura PaintingJazz-In’ presso la Sala Santa Rita a Roma. Nel 2011 la personale The beat of painting alla Robert Kanana Gallery di Toronto (Canada) e nella primavera 2012 Ilir Zefi Paint in action allestita dalla Galleria Russo presso la Biblioteca Angelica-Galleria Angelica di Roma. Nel 2005 è stato invitato ad esporre alla XIV Quadriennale di Roma a cura di Marco Tonelli. Fra le collettive si ricordano The colours of Albania presso la Galleria Nazionale di Belle Arti di Tirana (2004), Summer Group Show presso la Galleria Rubin di Milano (2008) e nel 2009 la mostra presso la Albright-Knox Art Gallery di Buffalo (New York, U.S.A.). Numerose anche le partecipazioni alle più importanti fiere nazionali e internazionali. Nel 2005 si trasferisce negli Stati Uniti. Vive e lavora a New York.

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Jonathan Guaitamacchi

Nato a Londra nel 1961, vive e lavora tra Milano, Londra e Cape Town. Con una formazione complessa che ha toccato lo studio di differenti discipline artistiche, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera consolidando un equilibrio sospeso tra architettura e pittura. Iniziato lo studio di spazi e di volumi architettonici con disegni di figure monumentali, ha visualizzato con schizzi e bozzetti progetti architettonici per noti studi di architettura e design. Accanto all’attività d’illustratore e disegnatore che l’ha visto collaborare con La Repubblica e Il Giornale, ha sviluppato autorevoli commissioni di Arte Sacra. La sua vera essenza si consacra al pubblico nel 1997 con la mostra personale “Le macchine della luce” all’Officina della Pressione. Nello stesso anno vince ex- aequo l’edizione del premio Suzzara ed è presente alla XIV Quadriennale di Roma, mentre nel 2005 è alla Biennale di Pechino. Conosciuto per le sue visioni globali, alla base della sua ricerca ci sono le architetture di grandi città che diventano spunto, traccia e soggetto. Visioni metropolitane in bianco e nero caratterizzate da una sorprendente potenza pittorica e da pennellate incisive e graffianti. Al suo attivo un centinaio di mostre e molte partecipazioni presso le più importanti fiere d’arte nazionali, tra le più recenti ricordiamo: British Black Galleria Biasutti Torino, Galleria Russo, Roma, Milano; Locations, Smac Gallery, Stelenbosch, Cape Town (2009); Linguaggi del mondo, 53° Biennale di Venezia, Palazzo Querini, Venezia (2009); Jonathan Guaitamacchi a Campus Point, Politecnico di Milano (2010); West Lake International Art Festival, Hangzhou, China (2009); New York New York, Galleria Forni, Bologna (2008); Qualcosa di personale – trasformazioni di un secolo breve, Palazzo della Borsa, Sala delle Grida-Genova (2008); Acquisizione e Esposizione “Collezione Farnesina” Ministero Affari Esteri, Roma (2008), due importanti esposizioni negli Stati Uniti e un lavoro in Sud Africa.

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Roberto Floreani

Nasce a Venezia nel 1956. Laureato all’Università di Padova, inizia ad esporre nel 1985. L’anno seguente vince il primo premio alla Biennale triveneta con un’opera destinata ai Musei Civici e una con destinazione al Museo di Ca’ Pesaro. A partire dai primi anni ’90 la ricerca dell’artista acquista la sua connotazione attuale di ideale punto di contatto tra una cultura fortemente europea e una filosofia del corpo legata all’Oriente. Fin dai primi anni espone in Italia e all’estero. Nel 1992 una sua opera è acquisita dal Padiglione d’Arte Contemporanea (PAC) di Milano e destinata alle Civiche Collezioni di Palazzo Reale di Milano. Nel 1994 il progetto La Casa e il Tempo (in collaborazione con la Galleria del Credito Valtellinese) è presentato ai Musei Civici di Como, di Ravenna e al Museo d’Arte Contemporanea di Zagabria. Al 1997 data la mostra antologica alla Casa dei Carraresi di Treviso e nel 1999 l’antologica a Vicenza. Seguono successive mostre personali in luoghi pubblici e privati su territorio nazionale. Nel 2005 è invitato a partecipare alla XIV Quadriennale di Roma. Nel 2009 partecipa alla 53ma edizione della Biennale di Venezia con una personale al Padiglione Italia e con il progetto Aurora Occidentale dove ribadisce la centralità dell’opera come portatrice di un messaggio di natura spirituale. Intensissima anche la realizzazione di progetti espositivi e performances nel corso degli ultimi quindici e le mostre collettive a cui ha preso parte in tutta la penisola. In occasione del centenario del Futurismo concepisce nel 2008 il progetto Manifesto per una personale e nel 2009 realizza invece lo spettacolo pirotecnico TracciantiVetteTricolori, presenta la relazione Futurista-progettista per il 40mo dell’AIPI (Vicenza, Teatro Olimpico) e realizza il progetto Arte-vita futurista (Padova) e la Grande Serata futurista in guanti di daino (Padova, Teatro Stabile Verdi). Ha inoltre pubblicato il saggio Futurismo Antineutrale (Silvana Editoriale, 2010) e la post-fazione del volume dedicato allo scultore futurista Quirino de Giorgio (2010). Vive e lavora a Vicenza.

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Diego Cerero Molina

Diplomato nel 2010 all’Accademia di Belle Arti dell’Università di Siviglia nella sezione di pittura, nel 2011 ottiene un Master in Arte: Idea e Produzione all’Università di Siviglia.
Ha realizzato diverse mostre personali tra cui Recent Work presso la Black Cube Gallery di Barcellona, Past-Present-Future alla Black Cube Gallery di Madrid e Identidades Metafóricas a Valverde del Camino (Huelva). Ha inoltre partecipato inoltre a numerose mostre collettive nel suo paese natale tra cui ricordiamo El público y lo público presso l’Espa- cio Sótano II, Facultad de Bellas Artes di Siviglia, IKAS-ART in qualità di rappresentante dell’Università di Siviglia a Vizcaya, Escuchando el silencio al Colegio Mayor Maese Rodrigo (Siviglia) e Riveras del Guadaira al Museo de Alcalá de Guadaira (Siviglia). Nel 2016 viene scelto per la mostra collettiva Shakespeare in Rome organizzata dalla Galleria Russo di Roma con il patrocinio del British Council, per celebrare i 400 anni dalla morte di William Shakespeare. Nelle sue opere Cerero Molina deforma, accentuandoli in maniera dissacrante e ironica, i caratteri dei personaggi raffigurati, enfatizzandone l’espressività e la gestualità senza che venga meno l’attenzione al ritratto. Dalla sua ricerca emerge costante l’attenzione alla doppia natura dei suoi soggetti, il cui coinvolgimento in situazioni e composizioni al limite del paradossale ne fa emergere il carattere irriverente e spiritoso. Vive e lavora a Huelva.

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Giorgio Tentolini

Nasce a Casalmaggiore (Cremona) nel 1978, si forma in Arti Grafiche presso l’Istituto d’Arte Toschi di Parma, per diplomarsi in design e comunicazione alla Università del Progetto di Reggio Emilia. Dopo stages presso artisti come Marco Nereo Rotelli, inizia una personalissima ricerca con installazioni su base fotografica, per le quali subito ottiene riconoscimenti significativi. Ogni sua opera nasce da una precisa indagine sul Tempo come memoria e identità, in un’attenta e lenta ricostruzione che avviene con lo studio della luce e l’incisione di strati di materiali diversi, tessuti, carte, PVC. Sono il tulle e il nastro adesivo l’attuale medium della sua ricerca per la levità meditativa che i suoi strati restituiscono all’immagine, metafora di luoghi e ricordi, di sogni e visioni. Un lavoro pittorico dunque che vive la realtà della scultura. Vincitore del Premio Nocivelli 2012, del Premio Rigamonti nell’ambito del Premio Arti Visive, indetto dalla Fondazione San Fedele di Milano, del Primo Premio Assoluto di Paratissima Torino 2015 e del Premio Speciale Arteam Cup 2016, Tentolini ha esposto a Londra, Berlino, Amsterdam, nel Principato di Monaco, presso il Palazzo Reale di Milano, il MAR. Museo d’Arte della città di Ravenna, il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. L’artista ha inoltre partecipato ad importanti rassegne internazionali di arte contemporanea come Arte Fiera Bologna, Art Athina e Art Vilnius. Dal 2014 una sua opera appartiene alla collezione permanente del MAR di Ravenna. Vive e lavora tra Casalmaggiore, Reggio Emilia e Milano.

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Franco Sarnari

Nasce a Roma il 3 marzo 1933. Autodidatta. Frequenta un corso triennale di pubblicità e in quegli anni si data l'incontro e l'amicizia con Piero Guccione. Nel 1964 a Roma forma e organizza "Il Girasole", un collettivo autogestito da artisti appartenenti a correnti espressive diverse. Nell'arco di alcuni anni partecipa tra l'altro IX e X Quadriennale nazionale d'arte di Roma, al XVIII e XXV Salon de la Jeune Peinture, Musée d'Art Moderne di Parigi, alla II Biennale internazionale della giovane pittura a Bologna, alla Biennale Romana a Palazzo delle Esposizioni a Roma, alla Rassegna internazionale "Alternative Attuali 3"; premiato a Milano, premio Nazionale di Pittura Ramazzotti. Nel 1970 dipinge "Il mare si muove" opera di trentasei metri quadrati (18 metri per 2), che sarà al centro della mostra "5 anni di pittura" nella sezione Attività Visive del Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Premiato alla V Biennale internazionale della grafica d'arte a Palazzo Strozzi di Firenze. Alla Galleria La Tavolozza di Palermo espone per la prima volta con Sonia Alvarez, Carmelo Candiano, Piero Guccione e Franco Polizzi con i quali costituirà un legame di lunga amicizia e con essi verrà identificato dalla critica come "Il Gruppo di Scicli". Nel 1982 gli viene dedicato un saggio monografico scritto da Lorenza Trucchi edito da Le Nuove Edizioni Valsecchi di Firenze. Nel 1988, al Museu de Arte de Sao Paulo in Brasile, gli viene dedicata una retrospettiva e a Venezia gli viene riservata una sala alla XLIII Biennale d'Arte Internazionale. Tra il 1987-89 dopo i “Controluce” dedicati a Monet e Pollock e il ritorno sui "Frammenti", nasce il ciclo di opere che andrà sotto il nome di "Cancellazioni" del quale fanno parte "Flagellazione (da Piero della Francesca)", "Ebbrezze", "Chiesa di Santa Maria di Ispica". Nel 1989 prende una cattedra di pittura all'Accademia di Belle Arti di Catania e nel 1994 viene promossa l'antologica di ottanta dipinti "Sarnari, opere 1957-1994" e poco dopo, nel 1997, la prima rassegna complessiva sulle "Cancellazioni" a Villa Foscarini-Rossi di Stra. Vive e lavora in Sicilia.